Diario di Bordo del viaggio all’isola d’Elba dell’Associazione Permareperterra 

9/10/04 - Giorno 1 - Sabato 

Eccoci qui alla dattilocronaca del viaggio di 2 giorni all’Elba organizzato dagli inesauribili coordinatori della nostra fantastica Associazione™. L’appuntamento per prendere il traghetto a Piombino alle ore 09:30 impone la sveglia ad orari proibiti dalla Convenzione di Ginevra; dal momento però che quelli di Permareperterra al mattino fanno colazione con pane&volpe, e io ovviamente non sono da meno, avevo il bagaglio già tutto pronto per essere caricato in macchina; veloce rassettata in bagno, coscrizione del fratello maggiore (promosso all’uopo al grado di autiere personale) ed ecco che in 10 minutini mi materializzo al luogo dell’appuntamento, cioè davanti alla sede in Piazza Guerrazzi. Lentamente arrivano gli altri e nel mentre si ultima il trasloco dei bagagli e si attendono i ritardatari, passano circa 40 minuti in scioltezza. Da notare: le facce molto sveglie dei partecipanti (ore attuali: 07:15 am) a cui si cerca di ovviare con vigorose scrollate corredate da “Si svegli, signora, SI SVEGLI!!” in perfetto stile “L’aereo più pazzo del mondo”, e i Flauti del Mulino Bianco che inspiegabilmente non riscuotono molto successo, a dispetto della loro incommensurabile bontà. Riusciamo comunque a partire: Francesca, Davide e Daniela, più una montagna di bagagli, sulla macchina grossa, mentre sulla fida Opel Corsa di Filippo i posti sono così distribuiti: Eleonora, Nicola e Alessandro strippati dietro, Filippo ovviamente alla guida e io (che avevo conquistato con mossa felina il sedile anteriore del passeggero) improvvisato computer-di-bordo-navigatore-autodecisionale-parlante. Grazie alle precise e puntuali indicazioni del navigatore di cui sopra non solo riusciamo ad evitare di andare a Livorno passando per Pontedera, ma arriviamo all’imbarco in perfetto orario. Ai moli incontriamo Elisa ed Arianna, le ultime componenti del nostro folto gruppo, e trasbordiamo sul traghetto il quale in meno di un’ora di rollii e beccheggi ci scarica finalmente a Portoferraio. Durante la navigazione non mancano certo discussioni frivole e/o interessanti, tra cui il dibattito sulla mia Teoria Assoluta sull’altezza delle Montagne (un possibile -anzi probabile- complotto della CIA impone una sottostima dell’altezza dei monti e altri rilievi orografici di un buon 30% mica cazzi!!) che distrae Nicola dai suoi intenti di vomitare l’anima. A Portoferraio i partecipanti al viaggio e relativi bagagli si dividono in due gruppi: il gruppo “mare” si preparerà all’imminente immersione, mentre il gruppo “terra” invece si impone la conquista del monte Volterraio... non prima però di aver fatto tappa alla più vicina COOP per l’acquisto del necessario vettovagliamento. Prima dell’impresa decidiamo di pranzare su delle panche di legno, impregnate di guazza (siamo infatti in mezzo alle nuvole: umidità relativa ca. 400%), al limitare di una macchia di pini; le condizioni metereologiche non si presentano purtroppo delle migliori, o meglio non sono prossibili da stabilire in quanto ci troviamo immersi nella foschia più fitta tanto è vero che la discussione verte più che altro su argomenti come “La Casa II” e “The Blair Witch Project”. Dopo mangiato, affrontiamo la salita alla Rocca del Volterraio poco distante. L’impresa si rivela piuttosto semplice per noi Ragazzi Intrepidi abituati a ben altre prove. La competizione tra Nicola e Alessandro sul Miglior Servizio Fotografico della Gita procede serrata a colpi furiosi di Canon Powershot A80 e A95; tra uno scatto e un’impostazione di Megapixels arriviamo presto in cima dove possiamo ammirare (purtroppo solo da fuori) la famosa e ambita Rocca. Sulla via del ritorno incontriamo dei Lanzichenecchi (cioè degli esseri umani in escursione non appartenenti al nostro gruppo) tra cui una ragazza affetta da calo ipoglicemico; mi si presenta quindi l’occasione di fare la mia buona azione quotidiana grazie al mio adeguato equipaggiamento di cui fanno parte, tra le altre cose, un’intera bandoliera di Duplo, caricatori di Kinder Bueno e granate da 1 etto di cioccolato bianco Lindt excellence arricchito con pezzi di stracciatella “édition limitée”. Prima di giungere alla macchina Elisa, scivolando sul terreno ciottoloso, si infila una spina delle dimensioni di un albero da frutto nella mano, ma viene comunque prontamente disinfettata da Filippo. A questo punto decidiamo di annullare la seconda escurione precedentemente programmata, considerata la visibilità totale di 2 piedi (nel senso che si riusciva a vedere solamente i propri piedi); ci dirigiamo quindi verso Capoliveri per gelatarci e acquistare dell’acqua ossigenata con cui Elisa si martorierà i tessuti della mano al fine di scongiurare possibili, eventuali, mortali (?) infezioni. Sulla strada ci fermiamo all’orto botanico pregustando già la visione della flora locale amorevolmente curata. Il fatto di trovare l’orto tristemente stoppinato e desolato non distoglie certo i nostri Ragazzi Intrepidi dai loro propositi, e dopo una pregevole prova di Scavalco del Cancelletto valida per le qualificazioni rionali dei Giochi della Gioventù Bruciata, possiamo ammirare il campionario di piante elbane in tutta tranquillità e intimità. Trovando la gelateria preferita di Filippo chiusa, andiamo nella piazza principale del paesello dopo aver assistito ad un corteo clacsonante di sposi novelli: tale corteo si dilettava purtroppo nel tornare più volte sulle strade già battute (tempo medio sul giro: 4’30”) per traumatizzare i passanti del centro con suoni al limite dell’umana sopportazione. Il trasferimento al residence di Morcone dove pernotteremo non presenta intoppi, e arriviamo a destinazione con mirabile sincronia rispetto al gruppo mare. Prendiamo possesso dei locali e poco dopo siamo pronti per la molto pubblicizzata e attesa “cena a base di pesce”. Il premio per gli sforzi della giornata si sublima sotto forma di antipasto (carpaccio di pesce spada), primo abbondante (penne agli scogli) e una orata con patate (intiera, a testa). Durante la cena veniamo aggiornati sulle vicissitudini del gruppo mare: Daniela è scesa a ben 45 metri, Davide ha incontrato barracuda e murene, Arianna ed Ele si sono divertite consumando un sacco d’aria per la gioia di Davide e Francesca... alla fine, durante il ritorno, il mare mosso ha imposto una dura prova ai loro stomaci (leggi: hanno vomitato anche ‘r buo der culo). Alla fine della cena Filippo coglie l’occasione di umiliare i fotografi digitali novelli del gruppo sfoggiando la sua Reflex corredata da zoom fotonico spaturnante a ingrandimento multiplo: in pratica una versione in miniatura (ma neanche troppo) del telescopio spaziale Hubble. Dopo cena ci dirigiamo fiduciosi a Porto Azzurro per gustare l’ennesimo gelato, scattare qualche fotografia e ammirare il panorama serale; purtroppo la vitalità dell’intero gruppo raggiunge a malapena quella di un ghiro durante il letargo invernale, e torniamo quindi alla base crollando nei rispettivi letti. 

10/10/04- Giorno 2 

Domenica Il secondo giorno i più mattinieri dei Ragazzi Intrepidi, dopo aver passato la notte a rintuzzare i continui attacchi della Settima, Ottava e Nona Squadriglia Zanzare d’Assalto “Vampiri Assetati”, si ritrovano nella sala ristorante per fare abbondante et gustosa colazione a base di cappuccini, brioches e bomboloni. Durante la mattinata Francesca, Eleonora, Arianna e Daniela faranno un’altra immersione, mentre il gruppo terra e Davide rimarranno alla base (chi a studiare, chi a guardare MTV, chi a manutenere la propria potente macchina digitale): la pioggerella e l’imperante foschia a bassa quota sconsigliano infatti l’ambita uscita al Monte Capanne (sulle mappe mt. 1018; in realtà ca. mt. 1300 almeno). Vegetiamo quindi fino al ritorno delle sub, evitando di giocare a carte (in quanto mancavano le carte), e pranzando a base dei panini avanzati il giorno precedente; decidiamo poi di fare un giro in macchina dell’isola coadiuvati da un timido miglioramento delle condimeteo. Andiamo quindi a Marciana Marina dove ammiriamo il bel lungomare e vengono acquistati a peso d’oro altri tramezzini. Continua la gara al miglior scatto della gita tra Nico e Ale, e quest’ultimo sembra per ora avere la meglio forte della sua maggiore dimestichezza con lo strumento e del fatto che Nicola e Arianna si prestano, appena possono, a pregevoli imitazioni del paguro e dell’attinia: Eleonora ed Alessandro sono più discreti, oppure –più probabilmente- Alessandro è attratto più dalla configurazione della sua Canon che non dalla sua dolce metà). Proprio a Marciana il gruppo si deve dividere di nuovo in quanto per motivi di sicurezza i sommozzatori non devono oltrepassare i 300 metri di quota. Il gruppo terra va quindi a Sant’Andrea passando per Marciana dove ci dilettiamo sugli scogli meravigliosamente lisci e il bel panorama. Il gruppo mare invece arriverà a Fetovaia (ma noi avevamo capito Cavoli) per altre strade. Purtroppo la beatitudine e i servizi fotografici a cani tuffatori ci fanno sforare con i tempi e quindi Filippo si trova costretto a lanciarsi in un pregevole “time-attack” del Rally St. Andrea-Cavoli per arrivare in tempo utile all’appuntamento con gli altri. Col senno di poi sarebbe stato forse meglio prendersela un po’ più comoda in quanto i nostri stomaci non richiedevano tanto “spericolume”: arriviamo infatti a Cavoli addirittura PRIMA degli altri (per forza: ci stavano aspettando a Fetovaia)! Sono ormai le 18:30, l’ora di prendere il traghetto si avvicina e e dobbiamo sempre fare i bagagli, quindi una guida a velocità normale ci riporta a Morcone passando per Marina di Campo e Lacona. Una volta arrivati compattiamo e carichiamo velocemente le borse e gli zaini e ripartiamo verso Portoferraio senza farci pregare troppo (in realtà la Opel di Filippo si fa pregare ci mette un po’ ad essere pronta). Dopo qualche indecisione nel trovare il giusto molo, ci imbarchiamo e alle 21:30 arriviamo a Piombino in perfetto orario. Qui salutiamo Elisa e Arianna, che sono praticamente di casa, movimentiamo di nuovo i bagagli tra le due macchine e ci salutiamo affettuosamente prima di intraprendere l’ultima tappa del viaggio verso Pisa. Il suddetto viaggio non presenta anomalie (a parte un tentativo finale di Filippo di perdersi tra le rampe di accesso alla superstrada, immantinente scongiurato dal sottoscritto) ed è corredato da, nell’ordine, un sottofondo musicale praticamente inutile; l’abbiocco di Eleonora sulle ginnocchia della sua dolce metà; massime della dolce metà quali “La mia non è mancanza di fiducia ma necessità di eccessiva sicurezza” o (parlando con Ele) “Se non ti drizzi non riesco ad appoggiarlo”; citazioni selvagge da “Space Balls” e “007 – Operazione Traffico”. Verso le 23:00 mi ritrovo comunque a salutare tutti davanti casa. 

Finisce così il Diario di Bordo della Gita all’Isola d’Elba dei Ragazzi Intrepidi dell’Associazione Permareperterra. Hanno partecipato: Francesca, Davide, Arianna, Daniela, Eleonora, Filippo, Elisa, Nicola, Alessandro e Andrea
 

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